Un passo gara eccellente permette a Renault di conquistare il suo miglior risultato stagionale nel pazzo finale di Silverstone. La casa della Losanga vede così premiati i lunghi sforzi che, dopo lungo tempo, sembrano iniziare a dare i loro frutti.
Le due Renault R.S.20 non sono mai parse così concrete e competitive come adesso e, complice un finale di gara assolutamente imprevedibile, ecco servito il miglior piazzamento stagionale finora ottenuto. Grazie ad una straordinaria solidità di entrambi i piloti, la casa della Losanga riesce nella non facile impresa di giungere ai piedi del podio per mano di Daniel Ricciardo, con conseguente e tangibile soddisfazione di tutta la squadra, che coglie finalmente le prime soddisfazioni dei grossi sforzi fatti in questi anni. Una prestazione che non sorprende del tutto, in quanto figlia di una serie di concreti segnali già lanciati nel corso dei precedenti appuntamenti e delle prove libere del Gran Premio di Gran Bretagna, tanto da far porre l’attenzione su Esteban Ocon e sul suo compagno di squadra che, nel corso della simulazione di passo gara del venerdì, ha mostrato riscontri cronometrici degni della zona podio.
Le qualifiche si dimostrano perfettamente in linea con quanto mostrato in precedenza e, per questo, pongono i due alfieri Renault in ottava e nona casella, con i due piazzamenti colti per mano dell’australiano e del francese rispettivamente. Allo spegnimento dei semafori il duo, partente su gomma rossa, si distingue per un avvio al fulmicotone, con Ricciardo che balza immediatamente in sesta posizione e alle spalle di Lance Stroll, con cui ingaggia una lotta sin dalla prima tornata. Ad interrompere i giochi vi è, però, la Safety Car, rilasciata a causa di un rovinoso contatto tra la Haas di Kevin Magnussen, insabbiata e irrecuperabile, e la Red Bull di Alexander Albon, a cui verrà inflitta una penalità di cinque secondi nel corso del diciannovesimo giro. Col ripristino del regime di bandiera verde, avvenuto al termine del quinto giro, ripartono anche le lotte che le due Renault ingaggiano con gli avversari, con Ocon stavolta protagonista di un duello col sempre presente Stroll. Le acque, però, non sembrano calmarsi e a farne le spese é, questa volta, un incolpevole Daniil Kvyat, vittima di un cedimento dello pneumatico posteriore destro e protagonista di un forte botto che lo spedisce a muro, tra mille detriti, all’esterno della velocissima Maggots, causando nuovamente l’ingresso della vettura di sicurezza. In tale frangente, il primo pilota ad entrare ai box è Daniel Ricciardo che, replicato da Ocon nel medesimo giro, monta gomma dura secondo una strategia a singola sosta.
Nel momento in cui avviene la ripartenza della corsa, sul finire del diciottesimo giro, quella che si innesca è una lotta frenetica che coinvolge alternativamente l’australiano e il francese con i vari malcapitati di turno. Le vetture d’oltralpe si mostrano talmente solide da consentire a Ricciardo di farsi strada tra i vari Norris e Grosjean, superato dopo alcuni scarti al limite del regolamento che il pilota della Haas ha commesso in fase di frenata, per distinguersi quale quarto pilota più veloce in pista al termine del quarantaduesimo giro. Il suo compagno di squadra, Ocon, non si è certamente adagiato sugli allori e per essere alla stregua del “Honey Badger” ha combattuto contro un tenace Stroll già a partire dal ventisettesimo giro e per quasi tutto il prosieguo della corsa.
Ma ecco che, improvvisamente, si susseguono tre colpi di scena nella forma di tre pneumatici esplosi. A farne le spese saranno, in ordine sparso, Valtteri Bottas, Carlos Sainz e Lewis Hamilton, con i primi che lasciano strada libera ai più ravvicinati inseguitori e tra i quali, naturalmente, fanno capolino proprio gli alfieri Renault. Anche grazie a questo fortuito colpo di scena, la squadra di Enstone agguanta un quarto e un sesto posto quali risultati finali, colti rispettivamente per mano di Daniel Ricciardo e di Esteban Ocon, che regalano al proprio team la miglior prestazione stagionale finora conquistata. Un risultato che, con le premesse sopracitate, potrebbe non rimanere un caso isolato.