Dopo il clamoroso botto fatto nel corso dell’installation lap, Verstappen regala alla Red Bull un insperato podio. Ottimo recupero anche per Albon, quinto dopo una gara vivace e concreta.
La trasferta ungherese ha sempre rappresentato un’occasione di estrema importanza per Red Bull, in quanto l’Hungaroring ben si presta alle caratteristiche tipiche delle monoposto firmate da Adrian Newey e solitamente contraddistinte da alti livelli di carico aerodinamico. Tuttavia, quest’anno la situazione appare ben diversa e non solo per i risultati pregressi messi a segno nella doppia trasferta in Austria, ma anche a causa del giudizio espresso dai piloti stessi nei confronti di una RB16 parsa in evidente difficoltà rispetto ad una Mercedes ormai deliberatamente da titolo mondiale.
Il week-end si caratterizza per delle condizioni meteorologiche fortemente instabili che vedono una continua alternanza tra asciutto e bagnato senza una precisa soluzione di continuità. Le qualifiche, nel caso delle vetture austriache, non potrebbero rivelarsi più disastrose, soprattutto se valutate nell’ottica di un team inizialmente dotato di forti ambizioni mondiali: i suoi piloti devono infatti accontentarsi solamente di un settimo e di un tredicesimo posto, entrambi ottenuti rispettivamente da Max Verstappen e Alexander Albon, peraltro escluso al termine del Q2. Archiviate le qualifiche, ecco arrivare il primo grande colpo di scena della domenica, materializzatosi nel botto che l’olandese ha fatto nel corso dell’installation lap e che ha prodotto la rottura di un braccetto della sospensione anteriore sinistra e dell’intero alettone anteriore. Grazie ad uno sforzo eccezionale, i meccanici del team riescono a sostituire entrambe le parti, consentendo al loro pilota di punta di prender parte alla corsa senza alcun handicap non necessario. I patemi per la squadra, però, non finiscono qui, in quanto viene presto messo sotto giudizio il processo di asciugatura della piazzola di di partenza di Albon che gli addetti hanno effettuato attraverso i potenti ventilatori normalmente utilizzati per raffreddare la componentistica a vettura ferma.
Allo spegnimento dei semafori e con le gomme intermedie montate su ambedue le vetture, gli alfieri di casa Red Bull si distinguono per un ottimo avvio, con l’olandese protagonista di uno spunto eccezionale che lo catapulta immediatamente in zona podio e, nello specifico, alle spalle del solo Lewis Hamilton, complice anche il pessimo stacco di Valtteri Bottas. Ottima anche la partenza del tailandese, che balza subito in quella zona punti in cui è destinato a progredire fino al termine della corsa.
Il rapido miglioramento delle condizioni del tracciato ha spianato la strada a delle soste molto anticipate e il primo ad esser richiamato dal muretto di Christian Horner è Albon che, rientrato al quarto giro per montare gomme medie, viene imitato dal compagno di squadra nel corso del passaggio successivo. La strategia adottata dal muretto sembra render molto bene sin da subito ed entrambi i piloti proseguono secondo un’andatura regolare e produttiva, con l’olandese che mantiene saldamente la seconda posizione e col tailandese protagonista di una rimonta costante e, a tratti, unicamente ostacolata dal ritmo inferiore dei propri rivali, Ferrari in primis. Sarà proprio la lotta con le vetture di Maranello a caratterizzare gran parte della sua gara, con una differenza di velocità che, pur essendo palese, mal si sposa con gli angusti spazi di manovra dell’Hungaroring, rimandando alcuni eventuali affondi unicamente al termine della corsa. Tuttavia, pur denotando un buon comportamento delle mescole medie sul terreno in questione, una ulteriore sosta si rende assolutamente necessaria per mantener vive le speranze del team, che, per questo, richiama ai box i suoi piloti nel corso del trentaseiesimo e trentasettesimo nel medesimo ordine adottato per la prima sosta e al fine di montare le più durevoli gomme dure. La corsa si conclude con un ottimo e, viste le premesse, quasi insperato secondo posto ottenuto da Max Verstappen, archiviato dopo solamente dopo aver resistito all’assalto tentato da Bottas nel corso dell’ultimo giro, mentre Albon agguanta un validissimo quinto posto conquistato dopo un lungo che Sebastian Vettel, in quel momento davanti al tailandese, ha compiuto nel corso del sessantasettesimo giro.
Il bilancio che emerge dal fine settimana di Budapest si rivela particolarmente ottimistico per la scuderia anglo-austriaca e consegna un buon bottino di punti a cui raramente si poteva sperare dopo la disastrosa prestazione messa a segno in qualifica. Un bilancio che, pur evidenziando ancora una volta le difficoltà che i piloti hanno nel leggere la loro RB16, consegna muretto e meccanici quali vera e fondamentale risorsa della squadra, avendo questi messo a segno una strategia impeccabile e a cui si sommano una tempestività e una precisione di intervento decisamente rare e ammirevoli.