Lo definirei un viaggio nel tempo compiuto in prima classe. Per un ragazzo nato agli sgoccioli del ventesimo secolo, amante della storia, automobilistica e non solo, poter vivere a stretto contatto con questa splendida Porsche 911 Targa 2.2 T ha rappresentato il coronamento di un sogno.
Un sogno a quattro ruote. La Porsche 911 Targa è da sempre, per il sottoscritto, la vettura perfetta per antonomasia, colei che è in grado, più di qualsiasi altra automobile, di coniugare eleganza e sportività. Nata nel 1965, la Porsche 911 Targa fu presentata dal colosso di Zuffenhausen in occasione dell’International Motor Show di Francoforte, come variante ispirata alla celebre competizione Targa Florio. Inizialmente, pensate, avrebbe dovuto chiamarsi 911 Flori.
Una denominazione che tuttavia non convinceva a pieno: per tale motivo Harald Wagner, in quel tempo responsabile vendite del brand, si espose così davanti a tutto il management:
“Scusate, ma perché non la chiamiamo semplicemente Targa?”
E fu così che prese vita la leggenda.
Innovazione tedesca in grado di stupire ed affascinare chiunque entrasse a contatto con lei per le novità delle quali disponeva: il caratteristico roll-bar integrato, divenuto poi nel tempo il vero segno distintivo del modello, tornato in auge con la produzione della serie 991, il tetto rimovibile, il lunotto prima in plastica (1965–1967) e poi in vetro rinforzato (1967–1993), costituiscono simboli che hanno fatto la storia di questa straordinaria versione, unica nel suo genere.
“Non si tratta di una cabriolet e nemmeno di una coupé…”
Parola di Porsche.
E come dar loro torto.
Le sensazioni che costei è in grado di regalarti sono nuove, del tutto diverse da quelle offerte da qualsiasi altra vettura. In quel di Poncarale (BS) ho avuto l’opportunità di mettere le mani su questa particolarissima 911 Targa T 2.2 del 1971 che ha alle spalle una storia a dir poco particolare: dal 1996 al 2016 ha infatti vissuto (o meglio, sopravvissuto) in condizioni di abbandono in un vecchio garage, tra polvere e disordine. Ciononostante la meccanica è rimasta intatta: questo ha spinto l’attuale proprietario ad acquistarla, al termine di un corteggiamento durato anni. Un vero e proprio investimento, stando alle sue parole, che è poi stato oggetto di un lungo restauro, terminato circa dodici mesi fa. Questa interminabile attesa, splendido attestato d’amore, passione e perseveranza, ha contribuito a rendere questa 911 Targa un autentico gioiello.
Una perla rarissima in colorazione Pastel Blue.
Per quanto riguarda le prestazioni, trattandosi di una 2.2 T, questa 911 Targa dispone di un sei cilindri in grado di erogare 125 cavalli che riescono a spingerla ad una velocità massima di 208 km/h. Lo scatto 0–100 km/h si registra invece in 8,9 secondi. Sono numeri di tutto rispetto, considerato il mezzo secolo di vita.
Un discorso che è lecito fare anche sotto il profilo della guida: per chi come me è cresciuto tra manuali a comodi innesti, automatici robotizzati e paddles, quella vissuta è stata una esperienza quasi mistica: frizione, cambio, sterzo, sono tutti elementi che impegnano necessariamente il guidatore, il quale deve mettere al servizio della 911 Targa T tutta la sua sensibilità. Caratteristica la trasmissione: al posto della attuale prima marcia (che si posiziona in basso a sinistra) si trova invece la retromarcia. Conseguentemente, la seconda si trova al posto della tradizionale terza, la terza al posto della quarta e così via. Un altro mondo, capace di trasportarti, come anticipato inizialmente, indietro nel tempo.
Detto questo, si può asserire che comunque si viaggia sempre e comunque in totale comodità, accompagnati da un sound gradevole ed elegante che, salendo di giri motore, sa essere persino cattivo.
Gli interni rappresentano il massimo dell’essenzialità (che non va certa intesa come un difetto) teutonica: il classico cruscotto a sviluppo orizzontale a cinque strumenti circolari ti pone al centro dell’attenzione ed ogni tipo di comando è intuitivo e facilmente raggiungibile: è il trionfo della semplicità nella sua accezione più positiva. I materiali utilizzati sono naturalmente di qualità eccelsa.
Si conclude qui questo viaggio nel tempo a bordo di questo splendido esemplare di Porsche 911 Targa del 1971. Vorrei concludere ringraziando ovviamente in primis il proprietario della vettura, Franco, per avermi concesso questa splendida opportunità. Non posso che nominare in seguito, per aver partecipato all’organizzazione della prova su strada Eleonora Mazzola, la mia compagna, suo padre Roberto, Stefano Ariotti, coordinatore delle operazioni e, naturalmente, Carlo Madoglio, amico e professionista esemplare, fotografo e regista di questa straordinaria esperienza: senza di lui tutto quel che è stato e che verrà realizzato (se posso darvi un consiglio, seguiteci anche sul nostro canale YouTube https://www.youtube.com/c/MoriniGallaratiPublishing) non sarebbe stato possibile.
Ringraziamo infine, per averci fornito le location che hanno ospitato i servizi fotografici:
• Azienda agricola Botti
• Vigneti Mainardi
NE HO UNA DEL 1970 PIU’ BELLA E PIU’ VERA
io ancora la ho. 23 novembre 2023