Dopo un week-end da dimenticare, la Red Bull torna a competere per le posizioni di vertice, pur senza avere mai davvero una chance di insidiare le due rapidissime Mercedes, dominatrici del Gran Premio.

 

Per far dimen­ti­care le delu­den­ti prestazioni del­la cor­sa inau­gu­rale di ques­ta sta­gione 2020, cul­mi­nate nel grave doppio zero finale, ser­vi­va una prestazione in gra­do di riportare le due Red Bull in zona podio. Guardan­do il bic­chiere mez­zo pieno, è doveroso sot­to­lin­eare la pos­i­tiv­ità del risul­ta­to finale, ma per una scud­e­ria dal­la ambizioni mon­di­ali è inevitabile che inizi anche a ser­peg­gia­re un velo di leg­gera delu­sione, pur essendo il Cam­pi­ona­to ad uno sta­dio anco­ra iniziale. Nonos­tante la ben nota e non comune veloc­ità delle nere vet­ture di Brack­ley, la Red Bull è sem­bra­ta piut­tosto in dif­fi­coltà non solo in mate­ria di prestazione pura, che è parsa man­care in maniera piut­tosto evi­dente, ma anche sul fronte del­la ges­tione delle mescole, andate pre­mat­u­ra­mente in crisi sul finale di gara, che sem­bra man­care davvero per la pri­ma vol­ta da due anni a ques­ta parte.

Il week­end delle mono­pos­to aus­tri­ache si dis­tingue per un anda­men­to parzial­mente sod­dis­facente, soprat­tut­to se anal­iz­za­to dal pun­to di vista di Max Ver­stap­pen e del­la sua propen­sione a ben fig­u­rare in con­dizioni di bag­na­to estremo. Nonos­tante un errore pati­to nel cor­so dell’ultimo ten­ta­ti­vo vali­do per il Q3, l’olandese è rius­ci­to ad agguantare un mer­i­ta­to sec­on­do pos­to in griglia di parten­za, da cui si dis­tac­ca un Alexan­der Albon più in dif­fi­coltà e, per questo, sola­mente ses­to. In gara e sul­l’a­s­ciut­to, le due vet­ture, entrambe par­ten­ti con gom­ma rossa, scat­tano bene e dimostra­no di essere in liz­za per il podio sin dalle prime tor­nate, com­plice anche il rilas­cio del­la Safe­ty Car già al ter­mine del pri­mo giro. Albon guadagna ter­reno e, per questo, risale fino in quar­ta posizione alle spalle del com­pag­no di squadra, sta­bil­mente ter­zo e forte di un rit­mo che per­me­tte di aumentare il divario dal pro­prio inseguitore.

La dan­za dei pit-stop in casa Red Bull inizia nel cor­so del ven­ticinques­i­mo giro, ovvero quan­do il muret­to richia­ma l’olandese attra­ver­so un under­cut che lo riporterà in pista, su gomme medie e dopo un tiratis­si­mo ingres­so in pit-lane, nuo­va­mente davan­ti al pro­prio com­pag­no di squadra. Strate­gia sim­i­le viene adot­ta­ta anche per il tai­lan­dese, che rien­tra al trenta­seies­i­mo giro per montare la medes­i­ma mesco­la del com­pag­no di squadra, al fine di pros­eguire una cor­sa sol­i­da che si con­clud­erà al quar­to pos­to. Ma le soste ai box per la squadra aus­tri­a­ca non finis­cono qui, in quan­to pro­prio Ver­stap­pen ver­rà richiam­a­to nel cor­so del ses­san­tanoves­i­mo giro per montare gomme soft dopo aver cedu­to il pos­to ad un Valt­teri Bot­tas net­ta­mente più veloce, sep­pur non sen­za aver pri­ma lot­ta­to con il coltel­lo tra i den­ti e con una dife­sa all’ester­no, anda­ta in sce­na tra le curve tre e quat­tro, deg­na di ess­er ricor­da­ta negli anni a venire.

Nonos­tante il risul­ta­to con­seg­ni un bot­ti­no di pun­ti decisa­mente prezioso, a far storcere il naso è il giudizio neg­a­ti­vo offer­to dal­la pun­ta olan­dese del team, che definisce anco­ra trop­po lenta la pro­pria vet­tura e che las­cia, così, pre­sa­gire una gran mole di lavoro di cui il team dovrà sob­bar­car­si al fine di mostrar­si davvero com­pet­i­ti­vo lun­go il prosieguo del­la sta­gione. Un’affermazione che, di fat­to, tro­va riscon­tro pro­prio nelle dif­feren­ze velocis­tiche tra le RB16 e le W11, nonché nel­la ges­tione delle mescole che, a fine gara, ha las­ci­a­to ben poco mar­gine a Ver­stap­pen, costret­to suo mal­gra­do a cedere il pas­so. Non res­ta che atten­dere il prossi­mo fine set­ti­mana ungherese per capire se la mono­pos­to anglo-aus­tri­a­ca avrà anco­ra qualche asso nel­la man­i­ca da sfoder­are, soprat­tut­to in virtù del­la con­fig­u­razione ad alto cari­co richi­es­ta dal­la pista che si mostra sicu­ra­mente più con­ge­niale alla com­pagine di tec­ni­ci cap­i­tana­ta da Adri­an Newey.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *