Il campionato IMSA riparte da Daytona, dove trionfa Mazda con la prima, strepitosa doppietta della nuova gestione interamente firmata Multimatic. In classe GTLM arriva la prima vittoria per la C8.R, mentre Lexus domina tra le GTD.
Nonostante le incertezze iniziali derivanti dal “weather delay”, quella andata in scena a Daytona è stata una corsa regolare e densa di velocità. In una gara completamente libera da bandiere gialle, a trionfare sono i veri valori in campo propri di ciascun team e di ciascuna vettura, con una varietà di azione talmente elevata da render sempre maggiore l’interesse per il campionato di durata nordamericano anche grazie alla leggera incertezza strategica dettata dalle mutevoli condizioni di un tracciato progressivamente più asciutto. Partita da dove aveva lasciato, l’IMSA è tornata a far tappa nel celeberrimo circuito della Florida, seppur rispettando i nuovi protocolli imposti da un’emergenza sanitaria ancora molto forte in territorio statunitense. Una situazione che, di fatto, non ha risparmiato neanche Felipe Nasr, risultato positivo al CoVid-19 e che è stato sostituito per tutto il weekend da Gabby Chaves alla guida della Cadillac DPi-VR della Action Express Racing.
A trionfare all’interno in classe DPi saranno le due Mazda RT24‑P numero 55 e numero 77 rispettivamente portate al traguardo da Harry Tinknell e Oliver Jarvis, che salgono sui gradini più alti del podio segnando il primo trionfo della squadra sotto la completa gestione dalla canadese Multimatic. Le velocissime vetture di Hiroshima, il cui potenziale continua ad emergere e ad affinarsi in relazione ad una sempre crescente affidabilità, sono riuscite a portare a casa un risultato di grandissima caratura anche grazie all’efficacia della propria strategia a singola sosta, resa possibile dall’adozione delle slick sin dalla partenza della corsa in luogo delle mescole da bagnato. Un vantaggio che, di fatto, ha permesso di scalzare la Cadillac numero 31, guidata da Gabby Chaves e Pipo Derani, che ha perso dapprima la leadership e poi il secondo posto proprio in favore di Jarvis, su Mazda. A chiudere il podio troviamo la prima delle Cadillac, ovvero la numero 5 del JDC-Miller Motorsports portata al traguardo dal francese Sébastien Bourdais che, con un assalto all’ultimo minuto, si piazza davanti alla Acura ARX-05 del Team Penske partita in pole e giunta al traguardo in quarta posizione nelle mani di Dane Cameron.
Anche in classe GTLM l’azione non è certamente mancata e a spuntarla è stata Chevrolet che, dopo una lotta con la Porsche 911 RSR-19 numero 912 portata al traguardo da Earl Bamber, è riuscita a trionfare nelle valide mani di Antonio Garcia e Jordan Taylor, regalando al costruttore di Detroit il suo centesimo successo in IMSA. Il margine minimo tra prima e seconda classificata, quantificabile in soli 1.977 secondi, lascia intuire quanto serrata sia stata la lotta tra la vincitrice e le due Porsche inseguitrici, con una continua alternanza ai vertici pronta a far da testimone. Anche in questo caso e per certo, la strategia ha avuto un peso non trascurabile, come evidenziato dal pit-stop fatto da Nick Tandy al quinto giro dopo un vantaggio iniziale che lo ha portato ad esser temporaneamente il leader della competizione.
Del tutto in linea con i risultati e lo spettacolo delle due classi appena descritte è anche la GTD, anche se, in questo caso, si è trattato più di un soliloquio che di una lotta vera e propria. Sono infatti le Lexus RC F GT3 del AIM Vasser Sullivan ad avere la meglio sulla concorrenza, con la numero 14 di Jack Hawksworth e Aaron Telitz a fare gli onori del gradino più alto del podio e a cui fa seguito la numero 12 guidata da Frankie Montecalvo e Townsend Bell. A completare il podio troviamo la Acura NSX GT3 Evo numero 86 del Meyer Shank Racing, portata al traguardo da Mario Farnbacher e Matt McMurry. Da dimenticare, invece, è la gara della conquistatrice della pole, la McLaren 720S GT3 del Compass Racing, che è incappata prima in una partenza dalla pit-lane a causa di un problema che ha impedito di schierarsi per il giro di ricognizione e per un drive-through poi, comunque giunto dopo un testacoda fatto ad inizio gara.