In occasione del Gran Premio inaugurale corso in casa propria, la scuderia austriaca raccoglie meno di quanto sperato, concludendo con un deludente doppio zero in classifica. In attesa di un immediato riscatto, facciamo il punto di questo primo fine settimana mondiale in ottica Red Bull.

 

Al net­to di tutte le sper­anze riposte in questo Gran Pre­mio e in questo inizio di cam­pi­ona­to, la pri­ma trasfer­ta in casa del­la Red Bull Rac­ing può essere con­sid­er­a­ta una delu­sione asso­lu­ta­mente cocente. Infat­ti, nonos­tante le pre­messe, nes­suno dei due alfieri del­la scud­e­ria anglo-aus­tri­a­ca è rius­ci­to a tagliare il tra­guar­do sot­to la bandiera a scac­chi, il cui sven­to­lio finale è appar­so uni­ca­mente attra­ver­so trasmis­sione televisiva.

A par­tire dalle prove libere, entrambe le RB16 si sono dis­tinte per un buon com­por­ta­men­to com­p­lessi­vo lun­go il breve trac­cia­to del­la Stiria, pur pagan­do qual­cosa in ter­mi­ni di veloc­ità di pun­ta soprat­tut­to se parag­o­nate alle dirette avver­sarie di Stoc­car­da, ovvero le nere e velocis­sime W11. Anche per tale ragione, la prestazione in qual­i­fi­ca le col­lo­ca alle spalle del duo Mer­cedes, sal­vo ved­er alter­ate le posizioni iniziali, che vede­vano Max Ver­stap­pen in terza piaz­za e Alexan­der Albon in quin­ta, di una casel­la ver­so l’alto a causa del­la penal­ità inflit­ta a Lewis Hamil­ton, poco pri­ma del­la partenza.Al via, entrambe le vet­ture partono molto bene, anche se appare subito evi­dente il divario velocis­ti­co che vi è tra l’olandese e il fin­lan­dese del­la Stel­la, Valt­teri Bot­tas, che avvia una fuga rap­i­da ed effi­cace sin dalle prim­is­sime curve e con un rit­mo, per gli altri, sem­plice­mente inavvic­in­abile, com­plice l’utilizzo delle gomme gialle da parte di Ver­stap­pen che, almeno in questo frangente, sem­bra­no non esprimere il mas­si­mo sul­la RB16. Ed è pro­prio a pochi giri dopo il via che si con­suma il prim­is­si­mo colpo di sce­na del­la sta­gione, mate­ri­al­iz­zatosi nel­la for­ma di un guas­to al cam­bio del­la mono­pos­to gui­da­ta da Max Ver­stap­pen e a cui fa segui­to, dopo un giro ter­mi­na­to a singhioz­zo, l’inevitabile ritiro.

Rimas­to l’unico por­ta­col­ori anco­ra pre­sente in pista, Alexan­der Albon è pro­tag­o­nista di un’ottima prestazione gen­erale che lo por­ta a man­tenere viva la lot­ta per il podio, pur doven­do cedere il pas­so ad un sem­pre più rapi­do Lewis Hamil­ton nel cor­so dell’ottavo giro. Rien­tra­to ai box alla ven­ti­seies­i­ma tor­na­ta, il gio­vane tai­lan­dese esce dal­la pro­pria piaz­zo­la con gom­ma dura per tornare ad occu­pare vir­tual­mente il gradi­no più bas­so del podio. Tut­tavia, una sec­on­da neu­tral­iz­zazione del­la cor­sa, richi­es­ta dal recu­pero del­la Williams di George Rus­sell, por­ta alcu­ni team a ripen­sare la strate­gia adot­ta­ta, approf­ittan­do del­la Safe­ty Car per montare un ulte­ri­ore com­pound su una delle pro­prie vet­ture. La Red Bull, che in tale arte è maes­tra, non fa asso­lu­ta­mente eccezione e richia­ma Albon ai box per poter­lo rispedire in pista con gom­ma rossa, a tut­to ben­efi­cio delle prestazioni. Una vol­ta rien­tra­to, il pilota del­la vet­tura numero 23 dimostra di avere uno spun­to a trat­ti migliore di quel­lo di Lewis Hamil­ton, in quel momen­to sec­on­do, che viene così invoglia­to a sfer­rare un deciso attac­co all’ester­no in cur­va 3, con con­seguente e rovi­noso con­tat­to con la mono­pos­to del Cam­pi­one del Mon­do in car­i­ca, con­clusasi con un tes­ta­co­da nel­la ghiaia.

Nonos­tante il con­tat­to non abbia avu­to riper­cus­sioni deter­mi­nan­ti, la gara di Albon risul­ta essere defin­i­ti­va­mente com­pro­mes­sa ai fini com­pet­i­tivi e a cui, a soli quat­tro giri dal ter­mine, si som­ma un prob­le­ma elet­tri­co che fer­ma qual­si­asi velleità di recu­pero. Per tale ragione, Alexan­der Albon ver­rà clas­si­fi­ca­to in tredices­i­ma posizione e, uni­ta­mente al ritiro del com­pag­no di squadra accor­so ad undi­ci giri dopo il via, pro­duce un dis­ar­mante doppio zero in clas­si­fi­ca. Un risul­ta­to estrema­mente neg­a­ti­vo, soprat­tut­to se cor­re­la­to alla attuale bre­vità e incertez­za del cal­en­dario diram­a­to in for­ma uffi­ciale e che costringe, sin da ora, a cor­rere ai ripari con risul­tati ben più ras­si­cu­ran­ti e con­soni alle pro­prie potenzialità.

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