Abbiamo provato una normale Mercedes G 500 del 2007 trasformata in una G 4X4². Un esemplare unico in Italia e, forse, al mondo.
Ci sono momenti nella vita di un uomo in cui la razionalità vacilla. Attimi in cui l’adulto che ogni giorno vediamo riflesso allo specchio lascia spazio al bambino, che dopo anni di quiescenza reclama il suo spazio e la sua libertà di espressione. In queste occasioni, il lato più infantile di noi esplode in tutta la sua forza, proprio come un vulcano che da anni non dà segni di vita. Così la razionalità cede il passo alla follia, permettendo ai sogni di diventare realtà.
Nel nostro caso, la follia ha trasformato una comune Mercedes-Benz Classe G 500 in una G 4X4².
Ma andiamo con ordine.
Arrivati presso la sede di Bologna Service, la G 4X4² è in pole position dietro il cancello d’ingresso. Impossibile non notarla. Se non bastasse l’altezza di oltre 2 metri e 20 centimetri, è il colore giallo fluo, lo stesso usato da Mercedes per la presentazione, a catturare lo sguardo.
Dopo un rapido giro intorno al mostro, apro la portiera per mettermi al volante e, contemporaneamente, esce una pedana che mi aiuta ad arrampicarmi verso il sedile. Una volta all’interno, siamo accolti da un abitacolo rivestito completamente in pelle viola. Non certo il massimo della sobrietà, ma perfettamente in linea con lo stile di un’auto concepita per eccedere ed emozionare.
Girata la chiave, il V8 da 5 litri si avvia sonnecchiante. Piede sul freno, cambio in Drive, e si esce dal cancello.
La prima cosa che colpisce di quest’auto, è l’esagerata altezza da terra della posizione di guida, che permette di dominare la strada. La seconda cosa di cui ci si rende immediatamente conto è che tra il colore giallo fluo, le dimensioni elefantiache e il sound del V8, è impossibile passare inosservati. Si girano tutti, compresi i malcapitati che la vedono arrivare nello specchietto retrovisore, che non vedono l’ora di lasciarci passare. Questa G 4X4² incute timore.
Una volta presa confidenza con le dimensioni di quest’auto, inizio ad essere più tranquillo. Il motore spinge e urla, anche se i 250 CV erogati dal V8 non la rendono certo una vettura dalle prestazioni strabilianti. Ma non mi interessa. Oggi non cerco le prestazioni, oggi cerco follia.
È servito un anno di lavoro per creare questa replica della G 4X4². Il telaio a longheroni e il motore V8 sono state le uniche cose rimaste come mamma Mercedes le ha fatte, mentre tutto il resto è stato stravolto, cercando di renderla identica alle G 4X4² che uscivano dallo stabilimento di Graz. La G 500 è stata messa a nudo e, di fatto, ricostruita. Cambiano addirittura i ponti, che diventano a portale (come quelli dell’Unimog per intenderci), ovvero con l’assale situato al di sopra del mozzo delle ruote, per permettere una maggiore altezza da terra. Enormi le modifiche sull’assetto, su cui abbiamo promesso al proprietario il massimo riserbo. Una volta terminati i lavori sulla parte meccanica, sono stati montati degli splendidi cerchi da 22 pollici che calzano pneumatici Pirelli con dimensioni da camion: 325/55.
Anche la carrozzeria ha subito una notevole trasformazione. Si è partiti dalle misure di una G 4X4² originale, per raggiungere un risultato che, in termini di accuratezza, rasenta la perfezione. Da fuori, infatti, solo un profondo conoscitore del fuoristrada della casa tedesca può rendersi conto che siamo di fronte ad un esemplare non originale. La G 4X4², infatti, è stata prodotta in pochissimi esemplari dal 2015 al 2017 ed è quindi dotata, originariamente, della griglia a tre listelli orizzontali che Mercedes ha introdotto sulla G nel 2008, in luogo di quella a sette, con cui è equipaggiata la versione da noi provata. Tutto il resto, cerchi esclusi ovviamente, è pressoché identico alla versione originale.
Terminati gli scatti, è già ora di riportare indietro la G 4X4² e iniziare a tirare le somme. É difficile essere obiettivi. Ho ancora il sorriso a 32 denti stampato in volto quando scendo dall’auto e Gianni, il proprietario, mi chiede se mi sono divertito. «Folle, assolutamente folle…» gli ho risposto prima di scoppiare a ridere di gusto. Perché è a questo che servono mezzi del genere, a farti ridere e divertire, a svoltarti una giornata pessima in una giornata da ricordare. Quest’auto ci aiuta a comprendere che ci sono momenti di esaltazione della mente che surclassano l’intelletto, inteso come facoltà di istituire rapporti ideali di ordine specificamente razionale, elevando l’uomo verso una dimensione più romantica e spensierata, slegata dalle convenzioni socialmente condivise di giusto e sbagliato, che gli permettono di generare bellezza e divertimento.
Cercavo la follia in quest’auto, e l’ho trovata. Una follia unica al mondo.