L’addio di Porsche alla classe GTLM dell’IMSA è lo specchio di un momento difficile per il panorama internazionale delle competizioni. Analizziamo le ripercussioni che tale scelta può avere sulle future strategie del Factory Team di Stoccarda e sullo scenario competitivo globale.
È recentissima la notizia dell’addio di Porsche all’IMSA WeatherTech SportsCar Championship e che finisce per far eco alla rinuncia della propria partecipazione alla 24 Ore di Le Mans programmata per il settembre prossimo. Due decisioni evidentemente legate tra loro e, alla cui base, risiedono ragioni di natura strettamente economica derivanti dai tempi duri che tutto il settore automotive sta attraversando in questo 2020. Essendo le competizioni sportive notoriamente dispendiose, è chiaro come il sole che esse finiscano anche per esser le prime a svettare nella lista dei tagli da operare al fine di evitare spargimenti di denaro ai quali non è possibile far fronte e, per questo, tale notizia non costituisce un fulmine a ciel sereno. Tuttavia, per un’azienda che affonda le proprie radici nell’attività sportiva, è innegabile che il colpo sia difficile da attutire, a maggior ragione in virtù della categoria di appartenenza che il costruttore tedesco è prossimo ad abbandonare. Con una costanza difficilmente reperibile altrove, Porsche ha sempre garantito un supporto costante della casa ai Factory Team e ai suoi clienti impegnati con le varie declinazioni, nazionali e internazionali, delle proprie vetture GT, costruendo un’ossatura robusta e irrinunciabile da cui la Cavallina di Zuffenhausen ha sempre tratto un gran vantaggio, tanto per quanto concerne il diretto coinvolgimento in pista quanto per quel che riguarda il trasferimento tecnologico sulla produzione in serie.
Il ritiro della costola nordamericana di Porsche dalle corse nel Nuovo Continente pesa come una tegola sul bilancio della classe GTLM che, da uno stato di piena e duratura salute, rischia di passare ad una condizione estremamente precaria. Con la scomparsa delle 911 RSR dalla griglia, la categoria in questione vedrà la presenza ufficiale ridotta unicamente a BMW, che, in opposizione a quanto fatto da Porsche, lasciò il WEC per focalizzarsi sull’IMSA, e di Chevrolet, a sua volta impegnata nei vari campionati endurance ma clamorosamente assente dalla classica francese di quest’anno per motivi di budget. Ferrari, infine, quasi non fa testo, in quanto la sua sporadica presenza è relegata al solo impegno di Risi Competizione. Il quadro che ne scaturisce è quanto di più frastagliato e incerto si possa pensare, con le varie squadre impegnate su più fronti secondo uno schema che ricorda una scacchiera e dove, di fatto, le pedine sono raramente posizionate nella medesima fila. Una fila dalla quale, peraltro, iniziano a spostarsi e sfilarsi sempre più elementi sull’onda del trend negativo inaugurato dall’uscita di scena di Ford e del Chip Ganassi Racing, con la casa dell’Ovale Blu ferma sulla sua posizione nel voler ritirare una GT ancora estremamente competitiva e rinunciando alle eventuali concessioni promesse ai privati per esser riutilizzata nelle varie classi GTD (IMSA) e GTE-AM (WEC), andando contro quanto messo inizialmente a preventivo.
Stando alle parole di Fritz Enzinger, Vicepresidente di Porsche Motorsport, pare che gli sforzi della divisione si stiano al momento concentrando sulla valutazione circa un eventuale impegno nella nascente classe Le Mans Daytona hybrid (LMDh), ovvero all’erede designata per sostituire la attuali DPi dell’IMSA e che verrà condivisa con il WEC, come da tempo auspicato da fan e addetti ai lavori anche in un’ottica di ottimizzazione dei costi. All’atto pratico, però, poco è noto circa le reali intenzioni della compagine tedesca e, forse, ancor meno è dato sapersi circa le forme e le caratteristiche definitive che questi prototipi assumeranno una volta messi in opera, costringendo fan e osservatori internazionali a rimanere col fiato sospeso almeno fino al momento in cui tutte le riserve verranno sciolte, auspicando, in primis, che questa crisi non faccia cadere ulteriori e nobili teste sul campo.