È di oggi la notizia relativa alle dimissioni del CEO di Aston Martin Andy Palmer, che consegna il testimone all’ex numero uno di AMG Tobias Moers. Alla base di tale mossa risiedono i nuovi piani di rinnovamento recentemente confermati dal costruttore.
Dopo aver guidato la Casa britannica per sei anni, risollevandone le sorti da una bancarotta quasi certa, il percorso di Palmer al timone dello storico brand d’oltremanica si interrompe con l’odierna consegna delle dimissioni. Una notizia importante ma non di certo inaspettata, in quanto già in parte anticipata dalle recenti indiscrezioni del Financial Times che vedevano il manager inglese pronto a lasciare il proprio incarico.
L’attuale situazione finanziaria di Aston Martin non si discosta molto dal passato altalenante e a tratti turbolento che ne ha caratterizzato le vicissitudini. Pare, infatti, che alla base della attuale crisi vi siano diversi fattori che includono un superfluo dispendio energetico in attività non correlate alla produzione di autovetture e a cui si aggiungono, tra gli altri, gli sforzi economici derivanti dalla commercializzazione del SUV DBX, la bassa domanda per la gamma Vantage, l’eccesso di offerta verso i concessionari e il quasi conseguente calo del 90% del proprio titolo azionario.Una serie di manovre, queste, per lungo tempo patrocinate da Palmer e che, da cavalli di battaglia dello stesso, rischiano di trasformarsi in pesanti pietre tombali per l’intera azienda.
A peggiorare ulteriormente la situazione vi sono le ingenti ripercussioni causate dall’attuale epidemia di CoVid-19, con perdite che si aggirano intorno ai 120 milioni di sterline nei soli primi tre mesi dell’anno e con i ricavi ridotti del 60% a causa dell’arresto complessivo del mercato dell’automobile. Una situazione tutt’altro che rosea e che sta portando ad un cambiamento radicale degli assetti manageriali, peraltro già in atto da qualche tempo e le cui prime avvisaglie sono emerse in periodi recenti; risalgono, infatti, ad Aprile le dimissioni di Mark Wilson, Chief Financial Officer e del presidente di Aston Martin Penny Hughes.
A prendere il posto del dimissionario Palmer sarà l’ex manager di AMG Tobias Moers, a testimonianza di quanto stretto sia il legame che intercorre tra la casa inglese, nonché della sua dirigenza firmata Stroll, e il gruppo Daimler. Una prima mossa che, per certo, fornirebbe ad Aston Martin una nuova impronta manageriale fortemente incentrata sulle volontà del suo nuovo azionista e i cui piani complessivi per un ambizioso futuro incominciano a farsi gradualmente più chiari.