L’allarme del Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire: “Renault sta giocando una partita decisiva per la sua sopravvivenza…”

La part­ner­ship tra Nis­san e Renault è cer­ta­mente una di quelle più in crisi nel set­tore delle auto­mo­bili. Men­tre alcune voci prove­ni­en­ti dal Giap­pone par­lano di una ristrut­turazione impo­nente per la Casa di Nishi-ku, con cir­ca ven­tim­i­la posti di lavoro a ris­chio negli sta­bil­i­men­ti siti nei Pae­si in via di svilup­po e in Europa, anche per la casa di Boulogne-Bil­lan­court si preve­dono tagli nec­es­sari alla soprav­viven­za del Mar­chio sul mercato.

Ven­erdì 29 Mag­gio sarà il giorno del­la ver­ità, con il grup­po che dovrà pre­sentare agli azion­isti un piano strate­gi­co fino al 2022. Sec­on­do le indis­crezioni del­la stam­pa francese, all’in­ter­no del doc­u­men­to, Renault espliciterà la scelta di tagliare i costi per oltre 2 mil­iar­di di euro. Ciò porterà sicu­ra­mente ad una riduzione del per­son­ale e, forse, alla chiusura di alcune fab­briche come quelle di Choisy-le-Roi (nei sob­borghi di Pari­gi) e di Cau­dan (Bre­tagna), del­lo sta­bil­i­men­to Alpine a Dieppe (Alta Nor­man­dia) e del polo pro­dut­ti­vo di Flins (nel­l’hin­ter­land parig­i­no). Pro­prio sul­la chiusura di quest’ul­ti­mo stori­co sta­bil­i­men­to, il più grande tra quel­li del Grup­po, con oltre 2600 dipen­den­ti e una capac­ità pro­dut­ti­va di cir­ca quat­tro­cen­tomi­la veicoli l’an­no, si è pro­nun­ci­a­to sen­za mezzi ter­mi­ni il min­istro Le Marie, affer­man­do che Flins non deve chi­ud­ere: è la posizione del gov­er­no, del­l’azion­ista statale…”

Il gov­er­no francese ha un ruo­lo fon­da­men­tale nel­la ges­tione di ques­ta del­i­ca­ta vicen­da, essendo il mag­gior azion­ista, con il 15% delle quote, del grup­po Renault. Il pre­mier francese Eduard Philippe, avrebbe già dato il via lib­era ad un presti­to di 5 mil­iar­di garan­ti­to dal­lo Sta­to, ma, sem­pre per boc­ca di Le Maire, l’esec­u­ti­vo ha pale­sato di non essere dis­pos­to a scen­dere a com­pro­mes­si cir­ca le con­dizioni per l’erogazione degli aiu­ti economici:

L’im­por­tante è sapere qual è la strate­gia di Renault nel lun­go ter­mine. Come ci garan­tis­cono che un domani le auto elet­triche saran­no local­iz­zate in Fran­cia, come ci garan­tis­cono che la Fran­cia diven­terà il prin­ci­pale cen­tro di pro­duzione mon­di­ale di auto elet­triche per Renault…”

Oltre al presti­to di 5 mil­iar­di, Renault potrà con­tare anche su altri fon­di che ver­ran­no annun­ciati in set­ti­mana dal gov­er­no di Emmanuel Macron per dare respiro ad un set­tore, quel­lo del­l’au­to­mo­tive, che in Fran­cia dà lavoro a 1,2 mil­ioni di per­sone. Dal­l’inizio del­l’an­no, il tito­lo ha per­so il 60%, molto di più rispet­to alle altre aziende auto­mo­bilis­tiche. Le azioni del­la Regie val­go­no infat­ti un quin­to rispet­to a due anni fa (100 euro nel­la pri­mav­era 2018, 17 ieri) e la cap­i­tal­iz­zazione è sce­sa a 5 mil­iar­di, esat­ta­mente, guar­da caso, lo stes­so impor­to del presti­to chiesto allo Stato.

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