La Mercedes-Benz 190E 2.3–16 rappresentava nel lontano 1983 l’evoluzione della 190E standard del 1982. Tra le mani di Ayrton Senna, in occasione della Nurburgring Champions Mercedes-Benz Cup, divenne simbolo di eccellenza. Seppur al tempo debuttante, Senna emerse infatti quale vincitore assoluto della competizione, proiettando così la 190E nella Hall Of Fame delle berline più iconiche di sempre.
Nata come W201 e commercialmente nota come 190E, la cosiddetta “Baby Benz” rappresenta uno dei maggiori successi commerciali ottenuti dalla Mercedes. Grazie ad un riuscito mix di eleganza, raffinatezza tecnologica e prestazioni di buon livello, la prima berlina media della Stella non stenta a raccogliere consensi di pubblico e di critica e, per questo, induce subito a pensare ad un ampliamento della gamma che, di fatto, non stenta ad arrivare.

Per andare incontro a tale necessità, i tecnici di Stoccarda realizzano la celeberrima 190E 2.3–16. Concepita come una netta evoluzione in chiave prestazionale della media tedesca, la nuova nata si differenzia dalla vettura di base per tutta una serie di particolari che la caratterizzano tanto all’esterno quanto, allo stesso modo, sotto il cofano. Dotata di un nuovo propulsore da 2,3 litri e 16 valvole, la 190E segna un incremento delle prestazioni di oltre 60 CV rispetto alle normali versioni 2 litri, con conseguente ed evidente beneficio in termini velocistici. Al fine di promuovere la nuovissima ed evoluta vettura, viene organizzato un evento a cui si affida il duplice compito di pubblicizzare tanto il veicolo quanto l’inedita configurazione del tracciato su cui esso è destinato a correre, ovvero il Nürburgring. Caratterizzato da una veste completamente nuova e fornito di tutti i requisiti di sicurezza richiesti dalle competizioni, il circuito sembra costituire il palcoscenico ideale da cui lanciare una versione dalla chiara vocazione sportiva della sobria 190E. L’idea di fondo sta nel convogliare quanta più attenzione possibile sul proprio prodotto attraverso il coinvolgimento di personalità di prim’ordine, prelevate direttamente dalla Formula 1 e a tale scopo riunite in un unico evento agonistico, la Nürburgring Champions Mercedes-Benz Cup e la cui lista di partecipanti è in grado di far sgranare gli occhi ancora oggi: Lauda, Prost, Reutemann e Hulme sono solo alcuni dei nomi che caratterizzano questo singolare elenco.

Ma tra questi, uno è quello che più di ogni altro fa venire i brividi ed esso corrisponde alla persona di Ayrton Senna. Seppur al tempo debuttante e, per questo, ancora poco noto ai più, il giovane brasiliano non ha mostrato il benché minimo timore reverenziale nei confronti degli illustrissimi “compagni di classe” contro i quali avrebbe corso; piuttosto, ha colto l’occasione per mostrare tutta la grinta e la tenacia di cui, di lì a poco, anche il mondo intero avrebbe goduto. Una volta messa tra le mani dell’asso brasiliano, la 190E fa sfoggio di sé mentre il suo pilota è intento a farla saltare tra un cordolo e un altro. Grazie ad una griglia completamente equiparata, è infatti possibile ammirare tutte le differenze tra i vari stili di guida dei conduttori e quello di Senna, caratterizzato da un uso completo di tutta la carreggiata a disposizione e dal comportamento della vettura, volutamente mantenuto vivace anche in piena percorrenza di curva grazie ad un “pizzico” intermittente dato all’acceleratore una volta preso il punto di corda. In parte a causa della sua innata competitività e alla voglia di ben figurare, Senna emerge quale vincitore assoluto della competizione, ponendo il sigillo su un evento di gran successo e destinato a rimanere negli annali dell’automobilismo. La pubblicità e il beneficio d’immagine che ne derivano contribuiranno a rafforzare l’immagine della 190E che tutti conosciamo ancora oggi e consegneranno questa evoluzione alla storia quale tappa fondamentale attraverso cui è passato un mito di nome Ayrton Senna.