L’ultima one-off di Maranello è un concentrato di carisma, genio e storia del Cavallino. Cosa chiedere di più?

Fer­rari non è nuo­va alla pro­duzione di esem­plari uni­ci, ma la P80/C ha, effet­ti­va­mente, qual­cosa di diver­so rispet­to a tutte le altre, o meglio, di esclu­si­vo, prob­a­bil­mente per un DNA da auto da cor­sa uni­ca nel suo genere. Un facolto­sis­si­mo com­mis­sion­a­tore, infat­ti, chiese alla Casa di Maranel­lo di ispi­rar­si alle auto forse meno cel­e­brate e note del Cav­alli­no: le Sport Pro­totipo, in par­ti­co­lare la 330 P3 del 1966 e la 330 P4 del 1967. Le prime trac­ce di queste vocazioni storiche si han­no nel­la for­ma e nelle linee, a cui Fer­rari ha ded­i­ca­to qua­si quat­tro anni, che riescono a proi­ettare il fas­ci­no delle Rosse d’e­poca nel futuro, sus­ci­tan­do sia l’in­ter­esse del ragazz­i­no appas­sion­a­to di video­giochi che quel­lo del­l’am­a­tore delle vet­ture storiche del Cav­alli­no. Questo cap­ola­voro, infat­ti, riprende, oltre alle pro­porzioni, molti ele­men­ti aero­d­i­nam­i­ci delle Sport Pro­totipo, come l’enorme spoil­er pos­te­ri­ore e le numerose appen­di­ci aero­d­i­namiche, volu­ta­mente las­ci­ate in car­bo­nio a vista per evi­den­ziarne la pre­sen­za. La mec­ca­ni­ca invece, è stret­ta­mente lega­ta al mon­do odier­no delle corse, infat­ti il propul­sore 4.0 V8 bitur­bo da più di 600 CV e 700 Nm di cop­pia mas­si­ma deri­va dal­la 488 GTE, alla quale la P80/C deve anche il suo sen­sazionale estrat­tore e il pas­so 50 mm più lun­go rispet­to alla 488 base.

Nonos­tante questo però, la one-off del Cav­alli­no pre­sen­ta anche ele­men­ti del tut­to inedi­ti, essendo esente da ogni rego­la­men­to lega­to alle com­pe­tizioni, come i grup­pi otti­ci ante­ri­ori nascosti nelle prese d’aria e i pos­te­ri­ori che si mime­tiz­zano poco sopra l’es­trat­tore, entram­bi vis­i­bili solo se acce­si. Il lunot­to ver­ti­cale (com­po­nente anco­ra una vol­ta ispi­ra­ta alle icone del pas­sato) abbina­to alla cab­i­na sposta­ta il più avan­ti pos­si­bile, val­oriz­za l’esten­sione del­la coda, ver­so la quale con­ver­gono le linee det­tate dalle fian­cate e dalle prese d’aria lat­er­ali, men­tre i mon­tan­ti pos­te­ri­ori deliziano l’oc­chio del­l’osser­va­tore inten­to a sco­vare i numerosi e incred­i­bili det­tagli del vei­co­lo. Det­tagli che nascon­dono una sec­on­da per­son­al­ità del­la P80/C, oltre a quel­la pret­ta­mente cor­saio­la, volu­ta dal pro­pri­etario nel caso la vet­tura avesse dovu­to pren­der parte ad un Con­cor­so di Ele­gan­za. Fer­rari di con­seguen­za, con­cesse a quest’au­to la pos­si­bil­ità di mostrar­si sen­za spoil­er pos­te­ri­ore e con un sec­on­do set di cer­chioni da ven­tuno pol­li­ci, anzichè da diciot­to, con pneu­mati­ci dal­la spal­la alta, come richiesto dal­la pista. Gli interni sono nudi ed essen­ziali: attorno al guida­tore vi è infat­ti solo ciò che risul­ta nec­es­sario e non c’è alcu­na trac­cia di inter­fac­ce touch screen o di pul­san­ti super­flui. Il prez­zo, come si può immag­inare, è altissi­mo e per quan­to ci è dato sapere, si aggi­ra intorno ai cinque mil­ioni di euro, cifra che rende la P80/C non sola­mente un’auto dal lunghissi­mo peri­o­do di ges­tazione, ma anche una delle Fer­rari più cos­tose di sempre.

 

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