Aston Martin ha confermato che non parteciperà alla classe Le Mans Hypercar con la Valkyrie nel WEC 2020/2021. Un annuncio che è figlio di un cambio di programma assolutamente rivoluzionario, che si concluderà con l’ingresso della stessa Aston Martin in F1.

L’ingresso di Lawrence Stroll tra le fila degli azion­isti di Aston Mar­tin ha por­ta­to con sé una serie di impor­tan­ti e preved­i­bili cam­bi­a­men­ti che, a par­tire dal 2021, porter­an­no al ritorno del­la casa di Gay­don in For­mu­la 1 in qual­ità di costrut­tore com­ple­to, da dove man­ca­va dal­l’or­mai lon­tano 1961. E, nonos­tante la rel­a­ti­va fres­chez­za del­la notizia, già molte sono state le dichiarazioni di inten­ti for­nite dai diret­ti pro­tag­o­nisti, Andy Palmer (CEO di Aston Mar­tin) in prim­is e altret­tante le ipote­si già fat­te cir­co­lare attorno ai sedili delle future mono­pos­to del­la casa bri­tan­ni­ca, las­cian­do, tut­tavia, mol­ta incertez­za attorno ai piani che coin­vol­go­no e coin­vol­ger­an­no gli svilup­pi delle attuali e future hypercar.

Pochissime, se non qua­si nulle, sono state le certezze for­nite dagli uomi­ni del­la nuo­va cor­da­ta in mate­ria di inves­ti­men­ti, piani­fi­cazioni e impieghi riguardan­ti le vet­ture di pun­ta del­la casa inglese, alcune delle quali sono già state com­ple­ta­mente o in parte mostrate al pub­bli­co nel cor­so del Salone di Ginevra del 2019. E la Valkyrie, mostratasi nel­la sua veste semi-defin­i­ti­va pro­prio nel cor­so del­la ker­messe elveti­ca del­lo scor­so anno, dovrebbe rag­giun­gere le linee di pro­duzione a par­tire dal 2020 e ciò, in virtù degli accor­di pre­si, dovrebbe cos­ti­tuire l’ultimo step evo­lu­ti­vo che vedrà il coin­vol­gi­men­to diret­to del­la Red Bull e del­la sua divi­sione Advanced Tech­nolo­gies, part­ner e pro­tag­o­nista prin­ci­pale nel­la real­iz­zazione e final­iz­zazione del­la vet­tura, tut­tavia sen­za speci­fi­care se ques­ta includ­erà, o meno, anche le ver­sioni des­ti­nate ad uso ago­nis­ti­co, pri­va­to e non. Nel frat­tem­po è arriva­ta l’uf­fi­cial­ità, che ha sanci­to la con­fer­ma di Aston Mar­tin sul fat­to che non parteciperà alla classe Le Mans Hyper­car con la Valkyrie nel WEC 2020/2021.

La Valkyrie, inizial­mente nata in seno ad una ristret­ta cer­chia di uomi­ni Red Bull com­pos­ta da due sur­face engi­neer, uno spe­cial­ista CFD, un ingeg­nere dei mate­ri­ali e cap­i­tana­ta da Adri­an Newey stes­so, avrebbe dovu­to infat­ti essere dec­li­na­ta in due ulte­ri­ori ver­sioni des­ti­nate uni­ca­mente all’utilizzo in pista, sep­pur in con­testi com­pet­i­tivi dif­fer­en­ti che la avreb­bero vista, tra gli altri, come una delle future pro­tag­o­niste del­la classe Hyper­car del WECAven­do tut­tavia per­so quel part­ner strate­gi­co su cui è sta­to pos­si­bile con­tare al fine di ottenere il più con­sono sup­por­to tec­ni­co anche a bor­do pista in fase di test, tale annun­cio era inevitabile. Non ha poi aiu­ta­to un rego­la­men­to del WEC che sten­ta ad arrivare in for­ma chiara e uni­vo­ca, sia le dichiarazioni più recen­ti di Andy Palmer che, visti i recen­ti trascor­si, a pos­to qualche dub­bio cir­ca il coin­vol­gi­men­to nel­la mas­si­ma serie a ruote cop­erte in favore di una mag­gior focal­iz­zazione sull’impiego diret­to in For­mu­la 1 che li coin­vol­gerà da qui a un anno. Un dub­bio che, di fat­to, potrà ess­er sci­olto uni­ca­mente dai ver­ti­ci azien­dali una vol­ta che le pri­or­ità e gli asset­ti soci­etari e sportivi si saran­no final­mente stabilizzati.

Poche certezze anche quan­do si par­la si Val­hal­la e Van­quish Vision. Sep­pur dif­fer­en­ti per con­tenu­ti, obbi­et­tivi e prestazioni, le due vet­ture saran­no ind­i­riz­zate ver­so impor­tan­ti fasce di mer­ca­to, con la pri­ma des­ti­na­ta a riem­pire un ulte­ri­ore slot nel seg­men­to hyper­car, dove si col­locherà un gradi­no al di sot­to del­la Valkyrie e con la sec­on­da vol­ta ad aggredire il seg­men­to delle sportive a motore cen­trale, entran­do in un ter­ri­to­rio fino­ra mai esplorato da Aston Mar­tin e sul quale sarà pos­si­bile portare molte delle espe­rien­ze già mat­u­rate sulle sorelle mag­giori pri­ma citate. Molto pre­sum­i­bil­mente, queste ultime ver­ran­no svilup­pate in col­lab­o­razione con la futu­ra divi­sione For­mu­la 1 del­la casa di Gay­don, ovvero con la attuale Rac­ing Point F1, anche se ben poco è noto cir­ca le capac­ità logis­tiche e strut­turali che il team cap­i­tana­to da Stroll sarebbe in gra­do di offrire per far fronte ad una pro­duzione di vet­ture stradali e da cor­sa che, almeno in parte, esu­la dal­la sola apparte­nen­za al mon­do del­la mas­si­ma serie a ruote scop­erte. Per cer­to, però, in Rac­ing Point non sono degli sprovve­du­ti e la scelta oper­a­ta da Gor­don Mur­ray nel­l’i­den­ti­fi­cazione del team quale part­ner strate­gi­co nel­lo svilup­po del­la sua futu­ra T.50 sem­bra avval­o­rare appieno ques­ta tesi. Il cele­ber­ri­mo prog­et­tista sudafricano, padre di innu­merevoli e vin­cen­ti mono­pos­to, nonché di inno­vazioni in ambito auto­mo­tive, ha infat­ti deciso di far leva sulle conoscen­ze e, soprat­tut­to, sulle strut­ture dell’azienda inglese al fine di portare a ter­mine lo svilup­po del­la sua nuo­va crea­tu­ra, las­cian­do pre­sumere che i mezzi pre­sen­ti all’interno di essa ci siano e fun­zion­i­no decisa­mente bene, più di quan­to i risul­tati in For­mu­la 1, almeno al momen­to, sem­bra­no dimostrare. E, visti i futuri piani espan­sion­is­ti­ci che coin­vol­ger­an­no diret­ta­mente la casa di Gay­don, tut­to ciò potrebbe cos­ti­tuire un’ottima base su cui pog­gia­re la pro­pria pro­duzione, ben­e­fi­cian­do di un col­lega­men­to con la pista forse ancor più diret­to di prima.

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