Nel marasma generale del GP del Brasile, alcuni team sono riusciti a ottenere l’impensabile, mentre altri si sono aggiunti alla confusione generale in cui sono fioccati penalità e contatti. La Renault, in maniera del tutto rocambolesca, è riuscita in entrambe le cose.
La trasferta brasiliana del team Renault potrebbe tranquillamente esser descritta con un modo di dire tipicamente italiano secondo cui è possibile “avere un piede in due scarpe”. Un modo di dire alquanto eloquente se si pensa all’effettivo andamento che entrambi i piloti hanno mostrato nel corso della “colorita” trasferta in terra paulista dove, tra errori, penalità e un pizzico di fortuna, hanno assaporato il meglio e il peggio che si può provare nel corso di un Gran Premio.
Come anticipato e più volte già ribadito, il GP disputato a Interlagos rimarrà nella storia per via della sequenza di avvenimenti che ne ha caratterizzato lo scorrere. Con una buona dose di vivace memoria storica, ricordiamo che il Brasile non ha mai mancato di abituarci a sorprese e a colpi di scena di vera scuola hollywoodiana e di esempi a riguardo se ne potrebbero citare davvero tanti. In quello di domenica, però, sembra quasi che genio e follia si siano mescolati tra loro con una dose forse troppo esplosiva e i risultati del solo podio basterebbero a spegnere ogni ulteriore ed eventuale valutazione di contorno. Ma, siccome fermarsi ai soli risultati di punta non è il nostro mestiere, andiamo oltre e cerchiamo di analizzare quanto di pazzesco può esser ritrovato anche nei piazzamenti del resto della griglia, in cui figurano piloti e monoposto in caselle per loro certamente inconsuete.
Il week-end verdeoro non partiva certamente sotto i migliori auspici per gli alfieri del Team Renault e i riscontri cronometrici sembrano parlare molto chiaro a riguardo. Non a caso, la qualifica restituisce, un Daniel Ricciardo in undicesima piazzola a cui si accoda, inframezzato da Giovinazzi su Alfa Romeo, il compagno di squadra Nico Hulkenberg, tredicesimo, ufficialmente appiedato e, per questo, alla sua penultima partenza in Formula 1. La situazione non sembra volgere a favore della Losanga nemmeno nelle prime fasi di gara dove, oltre ad un conclamato calo di forma, si aggiungono errori pagati a caro prezzo. E a farne subito le spese è proprio il pilota partito meglio, ovvero l’australiano Daniel Ricciardo che, dopo aver portato avanti una serratissima e divertente lotta a tre in cui figurano il sempre presente Lando Norris e il ferrarista Charles Leclerc, incappa in un contatto con Kevin Magnussen. E mentre il giudizio da casa e dalla cabina di commento rimbalza tra un probabile errore di valutazione del pilota giallonero e un normale incidente di gara, ecco arrivare immancabile la decisione dei commissari i quali, capitanati da Emanuele Pirro, infliggono una penalità ad un già danneggiato Ricciardo, alle prese con una sosta imprevista dovuta al danneggiamento dell’alettone anteriore derivante dall’incidente. Di conseguenza, a seguito della combinazione tutt’altro che fortuita dei suddetti fattori, la gara dell’australiano sembra ormai definitivamente compromessa.
A complicare una situazione già in parte segnata si aggiunge anche la difficile prestazione di Hulkenberg, mai particolarmente performante e, in più, protagonista di un maldestro sorpasso in regime di Safety Car che costerà cinque secondi di penalità da scontare al termine della gara, terminata in una dodicesima piazza che si tramuta, per questo, in un quindicesimo posto. E se la Safety Car rappresenta la rovina definitiva di un protagonista, per l’altro, al contrario, costituisce un’opportunità più unica che rara. Innescata dal ritiro di Bottas, infatti, consente al gruppo di ricompattarsi e, complice la rovinosa uscita di scena delle due Ferrari, lascia aperto un varco per tutti gli inseguitori che, Ricciardo incluso, di sicuro non si fanno cogliere impreparati. Per questo, al termine di un continuo saliscendi in classifica, l’australiano termina la corsa in una sorprendente quanto insperata sesta posizione. Ad un GP dalla fine e con un risultato che ben si addice al modo di dire citato in principio, la Renault conserva la quinta posizione nel campionato costruttori, seppur con soli otto punti di vantaggio sulla Toro Rosso, diretta rivale in classifica. Un margine inaspettatamente ridotto a causa dell’incredibile podio di Gasly, giunto secondo dietro al solo vincitore Verstappen e con cui, a Enstone, dovranno fare i conti in vista dell’appuntamento finale della stagione.